“Follow The Women”

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inaugurano

Sabato 30 Ottobre 2010
Una mostra fotografica di
Ferdinando Fasolo
amman-giordania-2009
“”Follow The Women””
Via S. PROCOLO, 1 VERONA

Il “Laboratorio delle Armonie” di Verona ospiterà dal 30 ottobre al 14 novembre 2010 le fotografie di Ferdinando Fasolo. Il fotografo ha seguito nell’ottobre 2009 il viaggio in Medio Oriente di “Follow The Women”, un’iniziativa di donne provenienti da tutto il mondo che hanno attraversato in bicicletta Libano, Siria, Giordania e Israele per arrivare in Palestina.

“Follow The Women” (Segui le Donne) è nata nel 2004 dall’idea di Detta Regan di portare le donne di paesi diversi a pedalare insieme per la pace in Medio Oriente, per conoscere e incontrare le donne di questa regione, per attirare l’attenzione dell’opinione pubblica internazionale sulla sofferenza delle donne e dei bambini in questi territori travagliati.
L’iniziativa ha raccolto l’appoggio della moglie del presidente siriano Asma e della regina Rania di Giordania e si ripete ogni anno con l’accoglienza festosa dei paesi attraversati.
Un obiettivo concreto di Follow The Women è la costruzione di parchi-gioco per bambini nei campi profughi: due sono già stati realizzati e altri due sono in progettazione a Gaza.
Per informazioni sull’autore e sul gruppo Mignon: info@mignon.it

Dal diario di una veronese che ha preso parte all’iniziativa.
“Segui le donne!” è il messaggio festoso che centinaia di amiche delle due ruote di ogni parte del mondo hanno lanciato pedalando nei territori del Medio Oriente afflitti dal contrasto israeliano-palestinese. L’iniziativa, partita nel 2004 dall’idea di un’inglese, Detta Regan, si chiama “Follow the Women” e si ripete ogni anno attraverso le frontiere difficili di Libano, Siria, Giordania, Israele per arrivare in Palestina.
Con alcune amiche di Verona decidiamo di partecipare. Dall’Italia partiamo in 15, 12 cicliste più 3 fotografi. La 5aedizione, dal’8 al 21 ottobre, parte da Beirut, città simbolo, con ferite di guerra ancora evidenti, ma con grande voglia di ricostruzione.
Subito è entusiasmo. Siamo tante, così diverse, con velo o kimono, magliette scollate o maniche lunghe. Giovani di 20 anni e signore di 70, cicliste rodate o poco esperte, provenienti da 30 Paesi. Immediatamente veniamo calate nella dura realtà dei rifugiati palestinesi, sparsi in campi profughi in Libano, Siria, Giordania. La sofferenza del vivere quotidiano si sfoga nelle lacrime delle donne che si abbracciano con le nostre amiche palestinesi.
Proseguiamo scosse ed emozionate. Nella valle della Bekhea così come in Siria, troviamo un’accoglienza calorosa, lungo la strada tanta gente viene a salutarci. Molte ragazze faticano in salita con cambi sbagliati, sellino troppo basso, velo, pantaloni e maglie lunghe… ci aiutiamo a vicenda, come possiamo.
I ragazzini lungo le strade ci rincorrono con le biciclettine, pedalando come matti per stare al nostro fianco. Arriviamo di notte alla frontiera giordana. Gentili poliziotte con il velo sulla divisa si prendono cura di noi. Attraversiamo la città di Amman. Dopo esserci riempite gli occhi del verde degli ulivi, degli aranceti, dei campi coltivati, dobbiamo affrontare il traffico e lo smog dei vialoni della città.
Facciamo volare gli aquiloni che hanno preparato per noi alcuni ragazzi che vivono sulla strada. Portano nel cielo un messaggio di pace per tutti i bambini. C’è poco vento e ci tocca correre… fin che abbiamo fiato! Dalle colline di Amman al Mar Morto è una lunga ed eccitante discesa. Momenti di gioia e spensieratezza, poi la tristezza della separazione. Dobbiamo salutarci con le ragazze dei Paesi del Medio Oriente che non possono attraversare il confine israeliano e venire con noi in Palestina.
Al tramonto, la carovana sfila silenziosa nella terra di nessuno fino alla frontiera. Il giorno successivo, nel centro antico di Hebron, aspettiamo invano il permesso di passare il check-point in bicicletta, ma torniamo indietro deluse. Ogni tragitto qui è un intrico di divieti: strade che non si possono percorrere, targhe e documenti per cui è dubbio il permesso di accesso, incontri con il muro che non delimita affatto un confine, ma si insinua come un mostro a dividere paesi, campi, giardini, abitazioni.
Altre donne e ragazze parteciperanno all’avventura di “Follow the Women “, pedalando per la pace.
C’è speranza nelle donne!

SPAZIO ESPOSITIVO: “Il laboratorio delle Armonie” presenta, “Follow the Women” Fotografie di Ferdinando Fasolo. Da Sabato 30 Ottobre a Domenica 14 Novembre 2010. Via S. PROCOLO, 1 Verona. Orari di apertura del laboratorio: MAR – GIOV 16.30 – 19.30 SAB 10.00 – 12.30 e 15.30 – 19.30. Tel. 3487226971 – 3319129575. info@mignon.it
MIGNON

Mignon è un’associazione fotografica culturale nata nel 1995 da un’idea di Giampaolo Romagnosi che con Ferdinando Fasolo sono i promotori di tutte le attività del gruppo. Ha come motivo dominante la volontà di proporre uno sguardo sull’uomo e il suo ambiente. Non si tratta del solito gruppo dove ogni componente cerca “il suo specifico spazio”, ma di un progetto prettamente fotografico che tralascia “individualismi” tipici di tanta fotografia. Il successo di critica e l’interesse per le esposizioni del gruppo hanno portato Mignon ad occuparsi anche della promozione di manifestazioni, serate, incontri e mostre di altri fotografi. (www.mignon.it).

FERDINANDO FASOLO

La realtà quotidiana osservata in ogni sua angolazione, è al centro dell’opera e del percorso di ricerca di Ferdinando Fasolo. Singolare autore di origine padovana, da oltre vent’anni si dedica con passione alla fotografia e alla multivisione, organizzando eventi e ricevendo autorevoli riconoscimenti. Il contatto con Mignon, di cui oggi è membro attivo, e l’incontro con Giovanni Umicini e Walter Rosenblum, singolari maestri della Street Photography, proiettano il suo sguardo verso l’uomo e l’ambiente che lo circonda. Le sue sono fotografie in bianco e nero, nelle quali l’autore elabora un “suo” ambiente, come personale scrittura fotografica tesa a raccontare situazioni, motivi inconsueti e incontri inattesi. Da Roma a New York, da Venezia a Londra, gli occhi di Fasolo sembrano non chiudersi mai e i suoi agili scatti svelano affascinanti porzioni del reale, istanti in cui la strada coincide con la vita.

 

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