Il mondo delle associazioni fotografiche. Secondo incontro: intervista al Gruppo Fotografico Mignon di Padova

Intervista al Gruppo Mignon

Prosegue il viaggio di Discorsi Fotografici nel mondo dell’associazionismo fotografico. Dopo l’intervista al Gruppo Fotografico La Mole, la nostra attenzione si è rivolta ad Est: l’associazione culturale Mignon, in provincia di Padova.

Colpiti dalla qualità e dallo spessore delle loro attività, vi proponiamo le loro risposte alle nostre curiosità. I soci si sono incontrati per definire coralmente le risposte alle nostre domande, dimostrando la forte coesione del gruppo, oltre che la grande disponibilità nei confronti del nostro Magazine.

Una breve storia del vostro Circolo, dalla fondazione ad oggi.

Mignon nasce nel 1995 da un’idea di Giampaolo Romagnosi, che fonda il gruppo con Mauro Minotto e Angelo Tassitano per promuovere un progetto fotografico finalizzato alla rivalutazione delle piccole cose che appartengono alla quotidianità, fissando come unico vincolo la ripresa e la stampa in rigoroso bianco e nero; fin dalla prima pubblicazione del 1997 il collettivo si identifica nella corrente della “Street Photography”. Dopo la prima attività di ricerca dedicata all’opera di Giovanni Umicini, nel 1999 entra nel gruppo Ferdinando Fasolo e il lavoro del gruppo si espande con l’organizzazione di mostre fotografiche e la stampa di numerosi libri, oltre a serate ed eventi dedicati alla fotografia. Fondamentali per Mignon sono stati l’incontro con il maestro Walter Rosenblum e, successivamente, la collaborazione con il professor Angelo Maggi. Dal 2006 inizia una nuova fase diretta da Romagnosi e Fasolo, nella quale Mignon si dedica anche alla divulgazione della fotografia attraverso corsi e workshop che offrono al gruppo prospettive inedite e l’occasione per incontrare nuovi fotografi che vengono integrati nel collettivo: nel 2009 Fatima Abbadi, nel 2013 Giovanni Garbo e Leonio Berto e nel 2014 Davide Scapin. Pur rimanendo legati alla grande tradizione della fotografia di strada e umanista, con l’utilizzo del sistema analogico in bianco e nero, di recente il gruppo si è aperto anche alla fotografia documentaria e di architettura, oltre che al digitale e al colore.

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